Cuori rivelatori

Cuori rivelatori

Chi sogna di giorno conosce molte cose che sfuggono a chi sogna soltanto di notte.

Cuori rivelatori dimostra quanto ci ho preso gusto con i famigerati scenari freeform. Questa formula mi piace molto, perché permette di giocare con una storia coerente, ma tutt’altro che predeterminata, e di affrontare alcune questioni che emergono spesso giocando.

In questo caso ho voluto rendere omaggio fin dal titolo a Edgar Allan Poe, passando per l’ambientazione in un’ospedale psichiatrico, e indagare al tempo stesso su uno dei punti più problematici degli intrecci ludici: la gestione dei segreti. Infatti di solito nessuno ha interesse a rivelare le ombre del proprio passato e, tenendosele strette, il giocatore finisce per inceppare il meccanismo in nome della verosimiglianza dell’interpretazione.

Per questo mi sono chiesto: e se gli altri sapessero qualcosa sul mio personaggio che nemmeno lui e io sappiamo? Se, per restare a tema thriller, l’assassino non sapesse di esserlo, ma fosse visto come tale dagli altri, a torto o a ragione? Be’, se non altro non avrebbe il problema di tenere la bocca chiusa e insabbiare gli indizi, concentrandosi invece sullo screditare gli altri.

Non aggiungo altro, se non il discorso fatto per Viandanti sul mare di nebbia: non posso allegare il materiale, perché lo scenario è stato incluso nella raccolta Dopocena da brivido. Tuttavia, oltre a segnalarvi lo store online dell’editore nel caso vogliate acquistarla (e non abbiate il tempo di passare alla Libreria Fluttuante, s’intende), ne approfitto per riportare i ringraziamenti che non hanno trovato spazio nella pubblicazione.

Maria Guarneri, che non ho mai assecondato quando si tratta di film dell’orrore, ma nonostante tutto capisce il mio rapporto di amore-odio con l’immaginazione.

Tommaso Tito Fontana, Andrea Rinaldi e Stefano Rossi, per aver delirato insieme a lei durante il capodanno del 2010, rivelando non solo i battiti, ma anche le imperfezioni di questi cuori inquieti.

Non me ne vogliano poi gli altri giocatori, ma sono particolarmente affezionato alla partita durante la convention Arconate 2010, dove Susanna Ansaloni, Federico di Dio, Agnese Barbieri e Lorenzo Trenti mi hanno convinto che la sottigliezza del meccanismo fosse un pregio e non per forza una fragilità.

Da lì è scoccata una scintilla per Dopocena da Brivido e solo grazie alla scommessa di Delos Books ho potuto ammirare il lavoro di Andrea Guerrieri, autore della locandina che apre questa presentazione.


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