Eterna Quiete

La Principessa ha abbandonato la Città della Pace per attraversare la Foresta dei Neri Silenzi, guidata da un Eremita verso la fonte dell’Eterna Quiete. A condividere la cerca della sovrana, oltre al suo fedele Alfiere e al sant’uomo, sono chiamati il più saggio tra i Dignitari della corte reale, un Vassallo innalzato dalla guerra al rango di eroe e un Reietto senza nome. Ciascuno di loro sa che il Regno ha bisogno di essere purificato dopo che, solo pochi giorni or sono, il Re si è gettato dalla più alta delle sue torri, avvolto dalle fiamme come una torcia. È invece arduo credere alle voci che mormorano sia stato ucciso dal divampare di una Furia, un demone dei tempi antichi.

Questa è la storia di Eterna Quiete, lo scenario più simile a un racconto che abbia mai scritto. E non da solo. Infatti è un’idea a due teste e un lavoro a quattro mani, condiviso con un’autrice di giochi che ho stimato tanto da farne una cara amica: Susi.

Una delle caratteristiche salienti degli scenari da giocare sul momento è proprio la loro vita breve, ma si spera intensa: si ha giusto il tempo di prendere il fiato, prima d’immergersi nella storia. Prima di Eterna Quiete non mi ero mai azzardato a elaborare un’ambientazione vera e propria, abbastanza complessa da sostenere un racconto, perché temevo che sarebbe stato difficile assimilarla per i giocatori.

Sarà che questa volta mi sono divertito troppo a inventarla insieme a Susi, fatto sta che ci siamo buttati, mettendo in campo qualche accortezza. A partire da dettagli come i nomi, che vogliono evitare la complessità al limite della parodia di molti fantasy, per arrivare all’essenza della storia, abbiamo cercato di spogliare un genere che amiamo molto dalle troppe consuetudini nelle quali si è cristallizzato, in modo da provare a riportare alla luce la solennità, la meraviglia e l’inquietudine tipiche del fantastico.

Non sta a noi dire se ci siamo riusciti, ma vi allego con le foto l’orgoglio di questa nostra fiaba bizzarra, dove il lieto fine è tutt’altro che scontato, e ne approfitto anche per ringraziare tutti i partecipanti: per noi starvi a guardare stato un autentico piacere.

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